Materiali riutilizzabili | LA PLASTICA

Sempre più di frequente sentiamo parlare e ci viene richiesto di essere parte attiva nella raccolta differenziata. Conosciamo ormai tutti i principali materiali riciclabili perchè ci viene richiesta la separazione in base alla tipologia quando quest’ultimi diventano rifiuti da smaltire.

Ma conosciamo davvero i motivi per cui non ci possiamo più accontentare di riciclare? Il processo di riclico porta solo ed esclusivamente benefici?

Per introdurre questo argomento abbiamo deciso di dedicare un articolo a ciascun materiale riciclabile e oggi ci dedicheremo al materiale che più di tutti ha modificato la vita dei giorni nostri sia positivamente che negativamente, la PLASTICA.

PRO&CONTRO:
Le plastiche non sono biodegradabili e alcune tipologie contenenti cloro producono diossina quando bruciate.
Dal recupero e dal riciclo delle materie plastiche viceversa è possibile ottenere nuovi contenitori e moltissimi oggetti utili per il nostro quotidiano. Bottiglie e flaconi di PET e PE, per esempio, possono ridiventare fibre tessili e nuovi flaconi, risparmiando così materie prime ed energia.
Dal PVC, invece, si ricavano tubi, scarichi per l’acqua piovana e altri prodotti utili soprattutto nel settore dell’edilizia. Nuovi contenitori per detergenti, tappi, film per i sacchi della spazzatura, pellicole per imballaggi, sono invece ottenuti dal riciclo del PE.
Se invece i diversi tipi di plastica vengono selezionati e rilavorati insieme, si ottiene una plastica riciclata eterogenea, quella impiegata per produrre panchine, arredi per esterni, recinzioni, e cartelli stradali.

Ne differenziamo tanta, ma ne ricicliamo ancora poca. Il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica (Corepla) evidenzia che, nonostante l’impegno profuso dai cittadini italiani, il riciclo della plastica è ancora un affare complesso: solo il 43,5 per cento viene realmente trasformato in nuovi oggetti, mentre il 40 per cento finisce nei termovalorizzatori per la produzione di energia e il 16,5 per cento in discarica.

Per colmare le enormi differenze tra i quantitativi immessi al consumo e quelli effettivamente riciclati sono necessari interventi netti che agiscano alla radice del problema, ossia va ridotto drasticamente e con urgenza il ricorso alla plastica monouso, riprogettando gli imballaggi nella direzione della durevolezza e della riusabilità, prima ancora della riciclabilità. Ai cittadini si chiede di differenziare sempre di più e sempre meglio perchè la raccolta differenziata della plastica riguarda solo bottiglie, sacchetti, piatti e bicchieri, e non altri materiali polimerici che vanno smaltiti nell’indifferenziata come giocattoli, palloni, pennarelli e ciabatte.

Le bottiglie in PET sono progettate e commercializzate per essere utilizzate una sola volta. Questo significa che, una volta svuotate, dovrebbero essere smaltite. Un utilizzo prolungato di questi contenitori potrebbe intaccarne le caratteristiche sia tecnologiche che chimiche, quindi permettere che la plastica venga a contatto più facilmente con gli alimenti. Utilizzarle più volte, inoltre, non è consigliabile neanche dal punto di vista igienico, perché potrebbe verificarsi una contaminazione microbica. Anche se l’acqua risulta piuttosto inerte per quanto riguarda la capacità di estrarre dai contenitori eventuali molecole indesiderate, è preferibile optare per un’alternativa come le bottiglie in vetro.

Pertanto per apportare benefici ambientali maggiori, è necessario intraprendere la strada del riutilizzo e non continuare su quella del monouso, in quanto consente di ridurre la materia prima utilizzata, non consumare energia ed evitare l’accumulo di materiale nelle discariche.

Negli ultimi anni abbiamo fatto passi da gigante sul fronte della raccolta differenziata della plastica: con una percentuale di recupero dei rifiuti che sfiora l’80 per cento, contendiamo alla Germania il primato europeo nel settore.